Il bisogno di emozioni, anche e soprattutto in fotografia.
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Io credo che oggi ci sia un forte bisogno di emozioni: c’è una reale e collettiva necessità di sentirci vicini e parte di una comunità. Il web ne è la dimostrazione lampante: scriviamo su facebook (a volte senza cognizione di causa e senza pensare che milioni di persone possono leggere quanto scriviamo) perchè qualcuno sappia quello che facciamo. Facebook è la fotografia di una società contemporanea che trova in rete un nuovo approccio alla comunicazione e alla relazione tra individui: siamo soli e abbiamo bisogno di essere “collegati” a qualcun’altro se non nella vita reale, almeno in rete. Facebook e l’avvento dei social media sono un fenomeno complesso da descrivere per le implicazioni positive e negative che hanno sul nostro modo di vivere e di esserci in rete e non è mia intenzione parlare di questo oggi, ma da qui è partita la mia riflessione. In un mondo di milioni di immagini caricate su web e in un mondo di persone che cerca il “contatto” con gli altri esseri umani via web…. che valore aggiunto possiamo dare con la fotografia? Forse la bella foto oramai annoia: siamo totalmente anestetizzati dal bello_esteticamente_parlando da essere oramai intorpiditi di fronte alla perfezione che la pubblicità ci ha mostrato negli ultimi 15 anni. Che cosa allora può ancora stupirci in una foto di fronte a questa massa critica di milioni di immagini che costituiscono il nostro background visivo? C’è ancora qualcosa che con la fotografia valga la pena di essere reso manifesto? Io credo di si.


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